Cosa ti motiva a fare quello che fai ogni giorno? Cosa ti spinge ad agire o a stare fermo?
È sempre sano ed utile per te fare quel che fai? Quanto lo stai scegliendo davvero?
Esistono molte teorie sulla motivazione che appartengono alla galassia dell’Analisi Transazionale. e non solo. In questo post parliamo della visione originale di Eric Berne (1967; 1979), il medico psichiatra che ha ideato l’Analisi Transazionale. Secondo Berne, elementi diversi contribuiscono a determinare e definire la motivazione individuale, come la storia personale e familiare, le forze esterne, chiamate Fato e le aspirazioni indipendenti.
Berne nell’introduzione di “A che gioco giochiamo” (1967) parla di tre bisogni fondamentali per la salute psicofisica umana, che spingono le persone ad entrare in relazione le une con le altre, motivandole nella strutturazione dei rapporti sociali. Sono talmente potenti da essere denominate “fami”.
Vediamole una per volta.
Fame di stimolo: la motivazione a cercare stimoli
Gli individui, sin dai primi giorni di vita, avvertono il bisogno primario di stimolazioni. “Dal punto di vista biologico, è probabile che la privazione emotiva e sensoria tenda ad instaurare o almeno a favorire dei mutamenti organici. (…) Si può dunque postulare l’esistenza di una catena biologica che va dalla privazione emotiva e sensoria all’apatia e di qui alle modifiche generative e alla morte. In questo senso la fame di stimolo ha con la sopravvivenza dell’organismo umano lo stesso rapporto della fame di cibo.” (Berne 1964, 14).
Senza una quantità ottimale di stimoli, che sono variabili individualmente, il rischio è di “spegnersi”.
Fame di riconoscimento: la motivazione ad interagire
La fame di stimolo infantile subisce una sorta di processo di sublimazione e si trasforma nell’individuo adulto in fame di riconoscimento sociale: gli esseri umani, per salvaguardare la loro salute fisica e mentale, hanno bisogno di essere riconosciuti dagli altri.
Berne utilizza il termine carezza (stroke), per estensione, per designare “ogni atto che implichi il riconoscimento della presenza di un’altra persona” (Berne 1964, 16). Le carezze sono categorizzabili per:
- Modalità espressiva: fisiche, come una carezza vera; verbali, come un complimento, mimiche, come uno sguardo intenso
- Direzione: condizionate, quando sono dirette al tuo fare (hai una bella scrittura); incondizionate, quando sono indirizzate all’identità (sei simpatico)
- Intento: negativo, quando critichi (sei proprio maleducato); positivo, quando riconosci un aspetto buono (mi piace come parli)
- Esito: come viene accolto dal destinatario (costruttive, improduttive, distruttive) (Moiso e Novellino, 1982, 34).
Claude Steiner, psichiatra analista transazionale, sottolinea l’importanza del contatto e dello scambio nella costruzione e nel mantenimento del senso del sé. Nella favola dei “Caldo-Morbidi” (trasposizione metaforica dell’“economia di carezze”) Steiner ci dice che l’assenza o la penuria di carezze fanno “appassire la spina dorsale” e propone come antidoto il permesso al contatto e il libero scambio delle risorse affettive.
Fame di struttura: la motivazione ad evitare noia e angoscia
Con la nozione di strutturazione del tempo Berne intende riferirsi all’insieme delle modalità che gli individui hanno a disposizione e mettono in atto sia per riempire le ore di veglia ed evitare la noia, sia, appunto, per dare e ricevere carezze.
Gli individui avvertono il bisogno di strutturare il proprio tempo attraverso il loro comportamento sociale e lo fanno attraverso diverse modalità:
-
Isolamento: unica modalità in cui sei solo con i tuoi pensieri, e allora strutturi il tempo con la fantasia o con un’attività, leggi un libro, mediti, ti annoi…Ricordati che anche in un vagone della metropolitana puoi essere isolato.
Tutte le altre modalità implicano un qualche grado di contatto sociale.
- Rituali: sono interazioni fortemente schematizzate e prevedibili, di breve durata, a volte informali, come un saluto quando incroci qualcuno per strada, o rispondenti a cerimoniali, come partecipare ad una Messa
- Attività: forme di interazione molto strutturate, chiare per obiettivo, ruoli e compiti (come il lavoro e altri modi per fare soldi)
- Passatempi: scambi ripetitivi con margini di creatività, come le chiacchierate ad una festa
- Giochi: scambi tra due persone, caratterizzati da un duplice livello di comunicazione, di cui uno è inconsapevole, che portano a risultati psicologici anche molto sgradevoli
- Intimità: è uno scambio disinteressato, comporta la libera, autentica espressione di sé e funziona quando è bilaterale.
Queste modalità rappresentano, secondo Berne, l’intero spettro di opzioni comunicative di cui gli individui dispongono quando decidono di entrare in relazione gli uni con gli altri. Ogni tipologia di interazione strutturata offre una certa “dose” di carezze. L’intimità rappresenta “la sola risposta davvero soddisfacente alla fame di stimolo, riconoscimento e struttura” (Berne, 1967).
Nel suo ultimo libro, Fare l’amore (1979), Berne amplia il numero delle fami, aggiungendo
Fame di contatto umano: la motivazione alla relazione
Il contatto visivo, uditivo e tattile è fondamentale per mantenere la nostra salute fisica e mentale. Senza contatto, noi rischiamo il collasso e la morte. Di particolare rilevanza è il contatto di pelle che, secondo Berne fornisce non solo una piacevole stimolazione sensoria, ma un particolare tipo di calore. La nostra pelle emette e assorbe raggi infrarossi, di una specifica lunghezza d’onda: esattamente quello che serve per favorire la soddisfazione del bisogno di contatto.
In tempi di crisi come per il coronavirus, che ci ha obbligato all’isolamento e alla distanza interpersonale, questo bisogno è stato particolarmente frustrato. Trovare modi per una soddisfazione parziale è fondamentale per prenderci cura di noi. Allora, favorire maggiori contatti telefonici, meglio ancora videochiamate con chi amiamo, diventa davvero essenziale per la nostra salute.
Per approfondire modi di coltivare il proprio benessere, puoi leggere l’articolo Self-care list per il benessere sostenibile: il piacere prima del dovere!
Fame di attività sessuale: la motivazione al sesso
Fare sesso ci è necessario per stare bene, tra l’altro la soddisfazione della fame di attività sessuale soddisfa anche le altre fami: di riconoscimento, di contatto e di stimolo. Se poi è accompagnato dall’amore, l’impatto è davvero potente.
Fame di incidenti: la motivazione malata
Essa si attiva quando la fame di struttura è particolarmente acuta. Alcuni, spinti dalla noia, arrivano a “cacciarsi nei guai e a combinare dei guai”.
Conoscersi per stare bene: l’aiuto psicologico con l’Analisi Transazionale
Un percorso di crescita persona con l’Analisi Transazionale consente di comprendere quali sono i propri meccanismi di pensiero, emozione e comportamento che, a volte, ti impediscono di stare bene, magari in un settore specifico della tua vita.
Per esempio, può essere particolarmente utile capire come tu soddisfi le tue varie fami, che di certo sono collegate ai risultati che ottieni quotidianamente.
Ogni individuo ha un suo particolare filtro di carezze che funziona selettivamente, in modo tale da lasciarne entrare alcune e lasciarne fuori altre. Questo processo di filtraggio viene influenzato dalle propensioni, dagli interessi e dalle convinzioni individuali ed è finalizzato a mantenere l’omeostasi all’interno del proprio copione. Il valore di una carezza dipende da: potenza, congruenza, fonte (Moiso e Novellino, 1982).
Mi sembra importante concludere con un ultimo elemento costruttivo e potente da ricordare sempre: Berne riprende dal filosofo semita Zeno il concetto di physis, inteso come “la forza della Natura che eternamente crea cose nuove e perfeziona quelle esistenti” (Berne 1947, cit. in Cornell, 2012, 34).
Dobbiamo sempre tenere presente che in ognuno di noi esiste questa “forza evolutiva della natura che spinge gli organismi a evolversi in forme superiori; gli embrioni diventano adulti, i malati si ristabiliscono, i sani lottano per raggiungere i loro ideali”.
Siamo fatti per stare bene.
Riferimenti utili
Mazzetti, M. (2013) “Un sistema motivazionale per l’Analisi Transazionale”, in Quaderno delle Giornate di studio di Lavarone 2012 (pag 38-46).
Se l’articolo ti è piaciuto
Bibliografia
Berne, E. (1979). Ciao !” … e poi?. Milano: Bompiani.
Berne, E. (1967). A che gioco giochiamo. Milano: Bompiani.
Cornell, W.F. (2012). Aspirazione o adattamento? Una tensione irrisolta nelle credenze di base di Eric Berne. Quaderni di psicologia, 57, 31-56.
Mazzetti. M. (2013) Un sistema motivazionale per l’Analisi Transazionale. In Quaderno delle Giornate di studio di Lavarone 2012 (pag 38-46).
Moiso, C., Novellino, M. (1982). Stati dell’Io. Le basi teoriche dell’Analisi Transazionale Integrata. Roma: Astrolabio.
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