Ansia, stress, esaurimento sono parole che pensiamo quando ci troviamo in difficoltà, con sintomi anche fisici che ti preoccupano e fanno pensare che qualcosa non sta andando bene. Parole come queste cominciano a sembrare utili descrizioni dello stato psicofisico.
Possibili indizi di ansia e stress da tenere sotto controllo
In base al periodo dell’anno in cui ti trovi, questo potrebbe essere un esercizio utile da fare nei momenti di pausa, soprattutto quando senti salire l’ansia, lo stress e la stanchezza e non ti spieghi cosa sta accadendo. Io suggerisco di farlo ogni 6 mesi per fare il punto della situazione e capire meglio come stanno andando le cose, e perché, soprattutto quando da un po’ ti accorgi di
- dormire con più difficoltà
- avere il respiro corto anche se non fai le scale di corsa
- preoccupazione eccessiva e pensieri negativi
- qualche piccolo problema di salute che prima non c’era (mal di testa che prima non avevi, episodi di ipertensione, o altro, per cui il medico esclude il bisogno di accertamenti)
- sentirti diversa/o dal solito, più sensibile alle critiche, meno produttiva/o, più emotiva/o
- più distratta/o, con difficoltà di concentrazione.
A che serve l’esercizio di scrittura rispetto ad ansia e stress
L’esercizio serve a farti riflettere in modo sistematico sull’andamento recente della tua vita. Alla base c’è l’idea che gli eventi che trovi sulla tua strada o che cerchi consapevolmente hanno un impatto più o meno importante su te e le risorse disponibili per affrontarli, risolverli e superarli. Ogni evento è per te uno stimolo che innesca il naturale processo di risposta fisiologica indispensabile per affrontarlo con successo (meccanismo dello stress).
Se gli stimoli stressanti durano troppo, l’organismo si stressa eccessivamente e si attivano delle risposte fisiche, mentali, emotive, comportamentali che possono sfociare nel burn-out e nell’ansia.
Gli eventi dovrebbero essere sfide positive, da accogliere quando sono effettivamente sostenibili, per aumentare le possibilità di mantenere uno stato di salute psicofisica, crescere e non “deteriorarsi”. Il problema è che non sempre ci riusciamo.
L’esercizio funziona in questo modo:
- ripensa agli ultimi 6-8 mesi di vita ed analizza in modo schematico i principali eventi, esterni ed interni, che l’hanno caratterizzato.
- Rispondi alle 4 domande che trovi di seguito in modo sincero, seguendo bene le istruzioni.
- Scriviti le risposte in modo da potere rileggere anche successivamente.
a) Fai un elenco degli eventi, micro e macro, che hanno caratterizzato gli ultimi sei mesi e poi decidi a quale categoria potrebbero appartenere tra le tre che seguono. Inserisci sia le situazioni che hai attivamente cercato tu, sia quelle che ti sono capitate.
Ti faccio qualche esempio lavorativo rispetto alla mia personale esperienza, ma ricorda che per inserire ciò che ti è capitato in una categoria o un’altra conta come li hai percepiti tu!
- Routine: compiti poco impegnativi (svolgere un corso di cooperative learning che ho già fatto numerose volte in passato – per me quasi nessuna ansia)
- Sfide: compiti che corrispondono alle risorse o le superano di poco (preparare un intervento al convegno internazionale IAIE 2019 in lingua inglese – per me un certo grado di stress positivo)
- Rischi: compiti molto impegnativi, forse eccessivi (accettare di svolgere un’attività lavorativa su cui non mi sento affatto competente – per me parecchia ansia)
b) Scegli UNA delle situazioni che hai identificato (meglio se è stata problematica- con molta ansia) e chiediti quali risorse ha richiesto e come è andata a finire.
Segue un elenco di risorse personali e sociali come esempio per individuare quali ti sono servite o sarebbero servite e non le avevi. Per ogni categoria, rifletti se e come erano coinvolte.
- Disposizioni biologiche: personalità, aspetto fisico, salute, ecc.
Ad esempio, rispetto alla mia sfida sul convegno IAIE 2019, sicuramente a me piace parlare in pubblico (risorsa positiva), ma spesso ho la tosse, che è un grande limite di salute quando sono con un pubblico. Per fortuna la tosse non c’era quando ho fatto il workshop di 90 minuti! - Risorse sociali: persone con cui abbiamo interagito e collaborato, le nostre abilità sociali necessarie per instaurare e mantenere relazioni sociali.
Ad esempio, conosco persone del mio settore che mi sono state d’aiuto nel darmi feedback quando avevo preparato le slide dell’intervento. - Abilità: quelle di base (per la sopravvivenza) e quelle superiori che migliorano l’apprendimento di nuovi comportamenti e la capacità di portare avanti nuovi compiti.
Sempre nel caso del convegno, parlo inglese abbastanza bene e questo era indispensabile per garantirmi autonomia sia nella fase di preparazione che di presentazione. Sono riuscita a condurre il workshop con una certa ansia, ma è andata bene. - Autoefficacia: convinzione nelle proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni necessario a gestire adeguatamente le situazioni che si incontreranno in modo da raggiungere i risultati prefissati (Bandura, 1996).
Avevo già partecipato ad altri convegni, nazionali ed internazionali, quindi avevo ragionevole fiducia di potercela fare anche stavolta. - Risorse strutturali: nazionalità, classe sociale, genere, razza, status socioeconomico, ecc.
Rispetto alla sfida del convegno internazionale, un aspetto che ha contato è stato economico: partecipare ad un convegno è costoso, e quelli internazionali comportano viaggio e soggiorno all’estero.
Esito: molto positivo.
Spero che l’esempio ti sia d’aiuto per fare le tue riflessioni. Scegli l’evento più problematico e rispondi alle domande.
Questi eventi possono essere considerati compiti da svolgere, problemi da risolvere. Ogni evento che hai incrociato aveva un elemento potenziale di sfida e di rischio. E ha avuto un impatto sul tuo stato emotivo, mentale e fisico.
L’esito è un indicatore del successo. Ricordati che il successo sta nel risolvere un problema senza consumare tutte le risorse dell’individuo e possibilmente arricchirle. Si fallisce quando questo non riesce e c’è un deterioramento, inteso come un prosciugarsi delle risorse disponibili o potenziali a fronte di sfide troppo numerose o troppo onerose.
Per ogni sfida avrai dovuto usare una certa quantità di risorse, e fare “la lista della spesa” potrebbe aiutarti a riconoscere il valore intrinseco dell’esperienza fatta e che cosa ci hai messo per riuscire ad affrontarla, a prescindere dal risultato ottenuto.
Riconoscere il proprio valore al di là dell’esito finale è fondamentale per mantenere la propria autostima.
c) Cosa hai imparato da quell’esperienza?
Quali insegnamenti hai tratto da quanto è accaduto? Non ci avevi ancora pensato? Puoi farlo ora.
Anche l’esperienza più faticosa, quella più fastidiosa o dolorosa ha qualcosa di buono per noi, a volte bisogna guardarla un po’ da lontano per riuscire a vedere. E poi ci sono le sfide positive da vivere e i cui risultati ci soddisfano. Cosa hai imparato anche da quelle?
d) Di cosa hai bisogno/desiderio ORA per stare davvero bene?
Ora che hai ripensato agli ultimi sei mesi e ti sei accorta/o di quanto è accaduto in termini di risorse utilizzate, questo potrebbe aiutarti a capire come mai ti stati sentendo non benissimo. Sarà che hai consumato troppe risorse e l’ansia ti sta segnalando che sei in riserva?
Puoi focalizzarti su cosa ti è assolutamente necessario per stare meglio e cosa desideri per te e per il tuo benessere.
Cosa te ne pare? Si può fare?
Puoi farti le stesse domande pensando alle sfide che stai affrontando nel presente e a quelle che già prevedi di affrontare nel futuro prossimo.
Ripreso e modificato dall’articolo Auto-diagnosi per raccogliere sfide sostenibili pubblicato sul sito di Scintille.it nell’agosto 2014