Estratto dal volume “Cooperative learning: istruzioni per l’uso”
Il Cooperative Learning (CL) è un movimento didattico-educativo molto ampio, diffuso in paesi diversi tra loro per cultura e tradizioni. Centri di studio e di interesse per questo approccio all’apprendimento si sono sviluppati negli Stati Uniti (Johnson e Johnson, 1989; Slavin, 1995; Kagan, 2000; O’Donnell e Dansereau, 1992), in Israele (Sharan e Sharan, 1998), in Gran Bretagna (Joliffe, 2007), in Australia (Gillies, 2016) e in altri paesi ancora.
Si caratterizza per la grande quantità di tecniche didattiche (oltre 200) tra cui è possibile scegliere in base agli obiettivi didattici e sociali da raggiungere. I fratelli Johnson parlano di Learning Together (apprendere insieme) e di Controversia; Robert Slavin dello Student Team Learning (apprendimento per squadre di studenti) e di Success for all (Successo per tutti); gli Sharan di Group Investigation (Indagine di gruppo), O’Donnell e collaboratori di Scripted Cooperation (cooperazione con copioni).
Queste modalità di lavoro di gruppo in classe sono diverse tra loro per
- la loro durata nel tempo
- l’organizzazione del lavoro
- il tipo di apprendimento che intendono stimolare
- i presupposti teorici che ne hanno determinato la creazione (O’Donnell e O’Kelly, 1994).
In comune hanno la convinzione che il piccolo gruppo (2-5 membri) può essere un efficace veicolo del miglioramento individuale nell’apprendimento di contenuti e abilità sociali (Comoglio e Cardoso, 1996).
Le numerose ricerche effettuate dai vari autori dimostrano come l’Apprendimento Cooperativo può rivelarsi più efficace di altri tipi di modalità didattiche, ma solo se all’interno di esso si applicano determinati principi: esso è profondamente diverso dal lavoro di gruppo che si attua solitamente a scuola.
La chiave di differenziazione tra il tradizionale lavoro di gruppo e quello cooperativo sta nella modalità con cui viene stimolata la cooperazione.
Interdipendenza positiva
La chiave di volta dell’apprendimento Cooperativo è l’interdipendenza sociale positiva. Senza questo elemento fondante del lavoro di gruppo, non c’è reale cooperazione.
Essa vincola le persone a collaborare per arrivare al loro obiettivo, che diventa anche obiettivo del gruppo. Quando l’insegnante riesce a far sì che dentro al gruppo ogni persona si renda conto che deve necessariamente coordinare i propri sforzi con quelli degli altri al fine di arrivare al risultato che le interessa, allora il primo passo per un’attività cooperativa di successo è fatto.
Nessuno raggiungerà l’obiettivo, se ciascuno non si darà da fare. Questo vincola tutti a collaborare per potere raggiungere il risultato individuale di ciascuno, che è legato agli altri nel risultato di gruppo.
I modi per creare interdipendenza positiva nei gruppi sono molteplici, e hanno a che fare con decisioni molto concrete che l’insegnante deve prendere nel progettare l’attività cooperativa. Di seguito faccio alcuni esempi, rimandando al volume per gli approfondimenti:
- di scopo: Gli individui percepiscono che possono raggiungere i loro scopi individuali solo se e quando tutti i membri del gruppo avranno successo. I membri del gruppo hanno un insieme di scopi che, tutti assieme, lottano per raggiungere
- di risorse: Ogni membro del gruppo ha solo una porzione di informazione, risorse, materiali necessari per completare il compito e le risorse devono essere messe assieme affinché il gruppo raggiunga il suo scopo
- di ruolo: Ognuno nel gruppo svolge un ruolo complementare, interconnesso con gli altri, che specifica le responsabilità di cui il gruppo ha bisogno per completare un compito assieme.
Responsabilità individuale e di gruppo
Il metodo cooperativo propone diverse strategie di organizzazione del lavoro di gruppo che permettono di ovviare al rischio di un impari impegno nello svolgimento del compito.
Una caratteristica costante nelle diverse modalità di Apprendimento Cooperativo è la possibilità di rendere ciascun membro del gruppo responsabile individualmente del proprio lavoro. Il Cooperative Learning, infatti, usa il lavoro di gruppo per rendere più forte il singolo. Per questo rende ogni membro del gruppo responsabile del proprio e dell’altrui progresso.
Il gruppo è responsabile del raggiungimento dei suoi scopi, e ogni membro del gruppo deve essere responsabile nel contribuire al lavoro verso lo scopo di gruppo. Nessuno può farsi portare dagli altri senza fare la propria parte.
Essere responsabili nel gruppo comporta fare ciò che l’insegnante chiede, contribuire attivamente e anche dare una mano agli altri del proprio gruppo. C’è responsabilità individuale quando tutti contribuiscono con le loro risorse.
Interazione promozionale
Secondo i fratelli Johnson (2014) l’interazione promozionale si manifesta “quando gli individui si incoraggiano e facilitano nei loro sforzi per completare il compito e si impegnano per raggiungere gli scopi di gruppo” (p. 111). È caratterizzata da comportamenti di incoraggiamento, facilitazione e sostegno reciproco per l’apprendimento che permettono di completare il proprio compito in vista di un obiettivo comune e di sentirsi meno ansiosi e stressati.
Interazione simultanea
Il lavoro in piccolo gruppo consente di realizzare un’interazione simultanea più o meno alta, in base al numero di studenti attivi nella stessa unità di tempo in un contesto di interdipendenza positiva.
Il concetto è di Spencer Kagan (www.kaganonline.com), uno dei massimi autori del Cooperative Learning, che ha sviluppato il suo approccio, denominato “Approccio strutturale”.
L’attenzione all’interazione simultanea comporta il rispondere ad una domanda: in che percentuale gli allievi sono attivi in classe nello stesso momento?
La premessa è che impara di più chi è attivo, cioè chi parla, scrive, agisce di più.
Il tuo obiettivo in classe deve essere quello di accrescere massimamente le opportunità di riflessione, confronto, discussione per ciascuno dei tuoi alunni. Maggiore è il tempo in cui sono attivi, maggiore è la probabilità che stiano apprendendo.
Abilità sociali
Per lavorare bene con altri occorre possedere abilità interpersonali e di lavoro in gruppo.
I ragazzi devono
- sapersi rispettare
- sostenere a vicenda
- aiutarsi
- incoraggiarsi e lodarsi per gli sforzi ad apprendere
- devono saper organizzare il lavoro rispetto agli obiettivi
- saper comunicare in modo efficace, ecc.
Quando essi attuano tali comportamenti vengono realizzate attività cognitive che massimizzano il rendimento:
- spiegare a vicenda il contenuto
- approfondire i concetti da apprendere
- verificare la conoscenza degli altri facendo domande
- associare quanto viene appreso alle conoscenze previe del gruppo.
Non dobbiamo aspettarci che col crescere i bambini o i ragazzi sviluppino spontaneamente abilità sociali e che a un certo punto le manifestino in modo efficace comportandosi in modo corretto.
Piuttosto, dobbiamo pensare come educatori che queste abilità sociali vadano insegnate in modo diretto, esplicito e al tempo stesso graduale. Maggiore è il livello di abilità sociali che il gruppo possiede, più alto è il livello di prestazioni accademiche, quindi migliori saranno i risultati di gruppo e dei singoli che lo compongono.
Revisione cooperativa del lavoro
La riflessione sulle azioni legate al lavoro cooperativo costituisce un elemento importante per lo sviluppo delle abilità sociali e non solo. Tale riflessione riguarda tutti gli attori coinvolti, ciascuno con il suo ruolo e compito.
In particolare, però, mi voglio soffermare sull’importanza di garantire agli studenti uno spazio di riflessione strutturata sul loro modo di lavorare.
Come ci insegna Kolb (1999), un apprendimento significativo passa dall’azione consapevole e dalla riflessione sull’azione che consente il miglioramento continuo. Se questo vale per noi adulti, deve valere anche per i nostri studenti.
Nulla è più prezioso dell’analisi dell’esito di un percorso e dei meccanismi con cui ci si è giunti per coglierne positività e limiti. Senza giudizi, ma con attenzione ai fatti, agli elementi oggettivi che orientano i risultati.
Come studente in crescita, ciascuno dei tuoi allievi deve avere l’opportunità di focalizzare la sua attenzione sul rapporto tra le azioni svolte e i risultati ottenuti. Ciò comporta dedicare del tempo, in chiusura di un’attività cooperativa, alla valutazione in gruppo sull’efficienza sperimentata.
Cooperative learning: istruzioni per l’uso
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