A volte lo stress che segue un evento traumatico e stressante diventa eccessivo e la sofferenza psicologica che ne consegue prende la strada della patologia, favorendo lo sviluppo di disturbi dello stress.
È naturale che ci siano reazioni emotive importanti a seguito dell’esposizione, diretta o indiretta, ad un evento fortemente stressante, come un lutto o la perdita del lavoro. L’evento può essere anche traumatico, come un incidente stradale o un terremoto in cui si rischia la vita.
Generalmente, la persona riesce ad attraversare le fasi di elaborazione delle emozioni e a riprendersi senza dovere ricorrere ad aiuti esterni. Capita, però, che le capacità individuali siano insufficienti rispetto alla gravità dell’evento e alle emozioni che ne conseguono, con una compromissione significativa del funzionamento nei vari ambiti della vita.
EVENTI STRESSANTI E TRAUMATICI
Non tutti gli eventi sono traumatici, non tutti gli eventi ci espongono alla stessa quantità di stress. Quali e quanti ne abbiamo incontrati finora?
Cosa sono gli eventi stressanti
Cominciamo col distinguere categorie diverse di eventi, categorizzabili per tipologia ed intensità.
Un evento STRESSANTE è una categoria ampia, caratterizzato dal potenziale impatto negativo sulla persona. Situazioni come la perdita del lavoro, una separazione, un lutto, sono eventi di vita (life events) sicuramente significativi, ma come già detto altrove, non tutti reagiscono nello stesso modo ad un evento, il margine di soggettività è presente.
Esistono molti strumenti di rilevazione degli stress psicosociali: prevalentemente liste di situazioni critiche che possono essere usate mediante un’intervista alla persona o date da compilare. La scala degli eventi di vita di Paykel e collaboratori (1971) è una di queste: consente di riflettere sulla presenza e sull’impatto di specifici eventi stressanti nella propria vita. È un elenco di 61 situazioni afferenti a 10 categorie:
- Salute
- Lutto
- Lavoro
- Vita sentimentale
- Educazione
- Problemi economici
- Emigrazione
- Problemi legali
- Relazioni familiari
- Area coniugale.
Per ciascun evento la persona valuta la presenza e l’impatto su di sé negli ultimi sei mesi. Questo costituisce un importante stimolo alla presa di coscienza del disagio.
Realizzare che abbiamo in effetti subito uno o più importanti situazioni stressanti è importante. Spesso siamo talmente presi ad affrontare il presente che non ci rendiamo conto di quanto ci stia costando. Naturalmente, la presenza di un evento critico non implica necessariamente che allora si spiega tutto il nostro malessere. Non dobbiamo, tuttavia, adottare una logica di causa-effetto: ho fatto 2 traslochi in 6 mesi, quindi sto male. Ho perso il lavoro, quindi sono depresso. La questione è più articolata e complessa: oltre all’evento in sé, bisogna tenere presente altri elementi, come il ruolo del contesto e le caratteristiche di personalità, soprattutto per valutare la nostra capacità di superare il momento difficile.
“Studi recenti hanno dimostrato che è molto difficile documentare una relazione causale tra life events e malattia mentale e, a ben vedere, è difficile pensare ad una vera e propria causalità diretta tra questi due fattori; è stato proposto perciò da diversi Autori un modello di relazione circolare tra evento e manifestazione psicopatologica, piuttosto che un modello di relazione lineare causa-effetto
(Lteif e Mavissakalian, 1995)[1].
I cosiddetti “Disturbi dell’adattamento” costituiscono il versante patologico delle reazioni individuali allo stress. In qualche modo, sono quel che può capitarci quando affrontiamo uno o più eventi stressanti, sviluppando sintomi emotivi e comportamentali entro tre mesi dall’evento stesso.
Cosa sono gli eventi traumatici?
Un evento TRAUMATICO è un evento stressante estremo. Per il DSM5 comporta l’ “esposizione a morte reale o minaccia di morte, grave lesione, oppure violenza sessuale” (p.314). Si può farne esperienza diretta o assistervi o venirne a conoscenza quando riguarda persone che ci sono care. Può riguardare il personale che si trova ad intervenire successivamente all’evento stesso.
Eventi diversi come incidenti stradali, rapine, violenza domestica condividono per l’individuo il sentirsi a rischio di perdere la vita oltre a possibili danni fisici. L’elenco possibile è in realtà molto lungo e questo tipo di eventi comporta il rischio di sviluppare disturbi quali il Disturbo da Stress Acuto oppure il Disturbo da Stress Post Traumatico (DSPT).
Nel primo caso, i sintomi durano tra tre giorni e un mese dall’esposizione all’evento, nel secondo i sintomi durano oltre il mese e a volte compaiono in modo ritardato.
Vediamo di seguito i diversi tipi di disturbo.
I DISTURBI CORRELATI A EVENTI TRAUMATICI E STRESSANTI
A volte la vita ci mette alla prova sottoponendoci ad eventi stressanti singoli, come la perdita del lavoro, oppure ad eventi stressanti multipli, come il persistere di difficoltà economiche o relazionali.
Come fare a capire se “siamo normali” e ce la facciamo da soli oppure se c’è qualcosa di cui prendersi cura? Ecco alcune indicazioni di massima, con la specifica che è meglio che la diagnosi venga fatta da un esperto.
Classificazione dei disturbi dello stress
Nel DSM V, il Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali, c’è una specifica categoria di disturbi psicologici che possono innescarsi a seguito di un evento traumatico o fortemente stressante. L’angoscia che si manifesta a seguito dell’esposizione ad un evento fortemente avverso può essere molto variabile nelle sue forme espressive. A volte possono esserci sintomi afferenti all’ansia o alla paura, a volte invece, ci sono “sintomi anedonici e disforici, sintomi di rabbia e aggressività esternalizzate, oppure sintomi dissociativi” (DSM – 5, p. 307). Vuol dire che la risposta individuale ad un evento critico può variare per tipologia ed intensità.
Pur essendo in stretta relazione con i disturbi d’ansia ed altri, a questa tipologia di disturbi è riservato uno spazio specifico.
Le manifestazioni cliniche che prevedono come criterio diagnostico l’esposizione ad un evento traumatico sono varie e coinvolgono età diverse. Per quanto riguarda l’età evolutiva, si parla, tra l’altro, di Disturbo reattivo dell’attaccamento e di Disturbo da impegno sociale disinibito.
In questo articolo, però, ci occupiamo di giovani e adulti e dei loro modi di manifestare la sofferenza per l’esposizione ad eventi traumatici e stressanti.
Disturbi dell’adattamento
- Sintomi: le sfumature emotive possono essere diverse, dall’ansia alla depressione, a cambiamenti comportamentali. Se la nostra sofferenza emotiva è molto forte, se è sproporzionata rispetto alla gravità o intensità dell’evento stressante, se persiste per un tempo troppo lungo, allora potrebbe esserci un disturbo dell’adattamento.
- Durata del disagio: Se sviluppiamo sintomi significativamente importanti entro 3 mesi dall’insorgere del singolo evento stressante, e ne soffriamo fino a 6 mesi dopo, allora potremmo soffrire di un disturbo dell’adattamento. Altrettanto se gli eventi persistono nel tempo e questo comporta l’instaurarsi di una situazione stabile di difficoltà emotive e comportamentali. Se si superano i 6 mesi, potrebbe esserci un altro tipo di disturbo di cui prendersi cura.
- Grado di difficoltà quotidiana: se la nostra capacità di affrontare la quotidianità diminuisce e troviamo maggiori difficoltà del solito in aree come il lavoro, o le relazioni, o altro, allora potrebbe esserci un disturbo dell’adattamento.
Disturbo da stress acuto e Disturbo da stress post traumatico (DSPT)
Entrambi questi disturbi emergono di fronte ad eventi fortemente traumatici a cui si esposti in maniera più o meno diretta, come ad esempio l’esposizione alla guerra, aggressione fisica o minacciata, disastri naturali o provocati dall’uomo.
Disturbo da stress acuto
Tale disturbo può essere una risposta transitoria allo stress e risolversi spontaneamente, oppure evolversi nel DSPT.
- Sintomi:
- Pensieri ricorrenti ed involontari, come ricordi e sogni spiacevoli
- umore negativo, incapacità di provare emozioni positive
- Reazioni dissociative, come un alterato senso di realtà e la sensazione di rivivere l’evento fino a perdere la consapevolezza del presente
- evitamento di ciò che riguarda l’evento traumatico: ricordi, racconti, persone che si associano a quella situazione critica
- difficoltà a ricordare
- difficoltà nel sonno
- irritabilità e altre manifestazioni di iperattivazione.
- Durata del disagio: I sintomi emergono entro 3 giorni dall’evento e hanno una durata limitata, fino ad un mese dall’esposizione
- Grado di difficoltà quotidiana: la situazione comporta una compromissione significativa della capacità individuale di vivere la quotidianità, in uno o più settori.
Disturbo da stress post traumatico (DSPT)
- Sintomi:
- Pensieri ricorrenti ed involontari, come ricordi e sogni spiacevoli
- Persistente umore negativo (paura, colpa, vergogna orrore, rabbia)
- Reazioni dissociative, come un alterato senso di realtà e la sensazione di rivivere l’evento fino a perdere la consapevolezza del presente
- Evitamento di ciò che riguarda l’evento traumatico: ricordi, racconti, persone che si associano a quella situazione critica
- Difficoltà a ricordare
- Esagerate convinzioni negative su di sé e/o il mondo
- Difficoltà nel sonno
- Irritabilità e altre manifestazioni di iperattivazione
- Comportamento spericolato o autodistruttivo
- Ipervigilanza
- Durata del disagio: spesso i sintomi emergono entro tre mesi dall’esposizione all’evento traumatico ma esiste la possibilità di un esordio ritardato
- Grado di difficoltà quotidiana: la situazione comporta una compromissione significativa della capacità individuale di vivere la quotidianità, in uno o più settori.
Ricapitolando
Di per sé lo stress non è una malattia, è semplicemente una risposta fisiologica dell’organismo a stimoli esterni, che diventa problematica solo quando persiste minando le nostre risorse e la nostra capacità di rispondere in modo efficace.
Di fronte ad eventi traumatici e stressanti, possiamo sviluppare sintomi a cui fare attenzione.
Cosa fare con i disturbi dello stress
Non tutti reagiscono nello stesso modo a fronte del medesimo evento traumatico, ma è innegabile che alcuni fatti della vita ci colpiscono fortemente e sfidano la nostra capacità di affrontarli e superarli in modo positivo.
Se c’è il dubbio di non avere le risorse necessarie ad affrontare la situazione e riconosci dei segnali che preoccupano, allora devi fare attenzione.
In generale, indicatori possibili di difficoltà psicologica hanno a che vedere, ad esempio, con
- un peggioramento della qualità del funzionamento in ambito sociale, relazionale, lavorativo
- l’innalzamento di livelli di ansia che interferiscono col sonno e con il livello percepito di energia
- appiattimento emotivo e incapacità di provare emozioni
- l’alterazione esagerata dell’umore sia in senso depressivo che euforico
- reazioni aggressive e rabbia inappropriate.
Questi indicatori sono volutamente vaghi e correlabili a situazioni cliniche diverse da quelle nominate precedentemente perché lo scopo di questo brevissimo elenco non è di favorire auto-diagnosi precise e successivi interventi di autocura.
L’obiettivo è di stimolare una riflessione di partenza sul proprio stato di salute psicologica. Quindi se noti che:
- da tempo la qualità del tuo lavoro è peggiorata
- le tue relazioni significative sono in crisi
- riposi male e hai bisogno di supporti farmacologici per rimanere in carreggiata
- l’umore è stabilmente depresso o al contrario perennemente ipereccitato
allora è possibile che un aiuto qualificato sia necessario per prenderti cura di te.
Non sto implicando che ci sia chissà quale grave problema patologico. Alcune situazioni sono velocemente risolvibili se ne prendiamo consapevolezza e interveniamo in modo efficace.
Cosa fare quando c’è una situazione stabile di disagio che non si riesce a modificare?
A chi rivolgersi per i disturbi dello stress
Beh, non c’è niente di male a considerare la possibilità di un confronto esperto.
Compito del professionista è comprendere la misura del disagio e fare quella che si chiama “diagnosi differenziale”, cioè una valutazione articolata per comprendere esattamente la natura e l’importanza del disagio psicologico.
È molto importante rivolgersi ad un professionista della salute mentale (psicologo, psicoterapeuta, psichiatra) per farsi aiutare.
Non rivolgerti a counselor, a coach o altre figure di dubbia preparazione che non hanno sviluppato le competenze diagnostiche indispensabili per costruire un piano di trattamento efficace.
Decidi per l’aiuto di un professionista qualificato e rivolgiti ad uno psicologo-psicoterapeuta regolarmente iscritto all’Ordine Professionale. C’è il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi dove trovare informazioni generali. Ci sono gli Ordini regionali dove controllare l’effettiva appartenenza del professionista.
Rivolgersi a professionisti accreditati costituisce una tutela importante ed un modo di prendersi cura di sé.
Io sono regolarmente iscritta dal 2002 all’Ordine Regionale del Lazio come psicologa/psicoterapeuta. 😊
Se lo desideri, contattami.
Bibliografia
American Psychiatric Association (2013), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi Mentali, Quinta edizione (DSM-5), trad. it. Raffaello Cortina, Milano 2014.
[1] http://www.psychiatryonline.it/node/3677 (ultima consultazione, 09 agosto 2022)