C’è un modo di affrontare la ricerca del lavoro senza stressarsi? Ahimè, la risposta è
Dobbiamo accettare un fatto: è impossibile non stressarsi nella vita e alcune situazioni, come la disoccupazione e la conseguente ricerca di lavoro, stimolano fortemente ansia e stress. Lo stress è una automatica risposta fisiologica a stimoli esterni che svolge un’essenziale funzione evolutiva: si attiva quando arriva una perturbazione al sistema e ci consente di reagire.
Ricerca del lavoro e stress
Un esempio: stiamo leggendo gli annunci di lavoro sul sito di un’importante agenzia per il lavoro (quelle che una volta erano le agenzie interinali). Improvvisamente sotto ai nostri occhi appare il lavoro dei nostri sogni (lo stressor, cioè lo stimolo stressante)! Tratteniamo per un attimo il respiro, il cuore pompa più velocemente, lo stomaco si contrae, i muscoli sono leggermente più tesi… che è successo? Ci siamo stressati! Questo meraviglioso meccanismo si è messo in moto per consentirci di rispondere adeguatamente alla situazione. Cosa vuol dire “adeguatamente”?
- Dare la giusta importanza allo stimolo che ci ha attivato
- Valutare cosa fare
- Agire.
Nel caso specifico, facciamo un’attenta valutazione dell’offerta, analizziamo le nostre caratteristiche e valutiamo di possedere quel che serve, ci organizziamo per adattare cv e lettera di presentazione alla richiesta, poi inviamo il tutto e… lo stress svanisce.
Sì, perché il meccanismo funziona bene se, una volta passati all’azione per rispondere alla situazione, ci rilassiamo e passiamo ad occuparci di altro. L’essenziale è che lo stressor non permanga e che ci sia una soluzione. Questo implica infatti non avere più bisogno di rimanere stressati.
Ma quando si cerca lavoro, in realtà, il rischio è di vivere costantemente sotto stress. Inviamo molteplici curriculum, lettere di presentazione, rimaniamo in attesa di sapere se verremo presi in considerazione, se ci chiameranno per la fase successiva della selezione. Ci troviamo a gestire la frustrazione del non sapere l’esito ma anche quella di un rifiuto. Se poi arriva la convocazione ad un colloquio, allora si aggiunge il timore (e lo stress) del colloquio stesso.
In più, agli stressor esterni si sommano quelli che io chiamo gli “stressor interiori”, cioè tutti quei processi mentali ed emotivi che possono facilitare o ostacolare il mio affrontare la situazione. Hanno a che fare con me e non con la situazione reale esterna. E vanno gestiti anticipatamente.
Perché la ricerca del lavoro è a rischio di “alto stress”?
- Gli stressor si moltiplicano: Non si risponde ad un solo annuncio ma a molteplici. Quindi teniamo contemporaneamente aperte numerosi processi di pensiero ed emozione (uno per ogni annuncio), soprattutto se ci teniamo.
- Per ogni candidatura inviata noi rimaniamo in attesa finché non arriva un esito, rimanendo nell’incertezza e nell’impossibilità di trovare una risposta definitiva (non c’è chiusura cognitiva)
- Ad ogni esito, sia esso positivo o negativo, seguono emozioni con cui fare i conti:
- ce l’esito è positivo, dallo stress dell’attesa passiamo allo stress del “cosa succederà dopo?”
- Se l’esito è negativo, dobbiamo gestire pensieri ed emozioni per il rifiuto e trovare la motivazione per continuare la ricerca gestendo frustrazione, delusione, tristezza, rabbia.
Tutto questo persiste nel tempo, finché non riusciamo a trovare un lavoro, o rinunciamo a cercarlo.
Se lo stress diventa cronico, tutto diventa difficile.
Cosa vuol dire gestire lo stress
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 1983) la gestione dello stress è una competenza psicosociale utile ad affrontare in modo efficace le sfide e le difficoltà della vita quotidiana, che si manifesta attraverso:
- sapere riconoscere le fonti di stress
- sapere valutare l’impatto delle situazioni attraverso l’autoconsapevolezza
- avere molteplici strategie per tenere sotto controllo il livello di stress in modo che rimanga ottimale.
La risposta individuale allo stress varia moltissimo. In generale, la risposta individuale rimane efficace quando c’è una valutazione realistica
- delle risorse personali necessarie per affrontare la situazione
- delle caratteristiche della situazione.
La qualità delle strategie di coping (fronteggiamento) dipendono proprio dall’accuratezza di questa valutazione, che spesso è inficiata da fattori personali e ambientali.
Tornando alla ricerca del lavoro, questa si caratterizza da un lato per l’esigenza fondamentale di un’autovalutazione accurata e realistica per candidarsi in modo efficace, dall’altro per l’uso di strategie di gestione emotiva della situazione nelle sue diverse fasi. Dal momento in cui si risponde ad un annuncio a quello in cui si viene convocati per il colloquio motivazionale, di solito ultimo passo prima dell’esito finale, l’aspirante al ruolo deve tollerare una forte quantità di stress.
Come mantenere lo stress a livelli ottimali mentre si cerca lavoro
I suggerimenti che seguono aumentano la capacità individuale di rispondere positivamente allo stress persistente tipico della ricerca del lavoro. Si fondano sull’importanza di una valutazione accurata di sé e della situazione oltre che sul coltivare caratteristiche tipiche delle persone resilienti.
Suggerimento 1: Affronta la ricerca del lavoro come un lavoro
Cercare lavoro è come un qualsiasi progetto: inizi con un obiettivo, attorno al quale costruisci il tuo piano d’azione, che prevede strategie e tattiche, e devi tenere in conto la gestione del tempo e delle risorse.
Nella ricerca del lavoro ci vuole metodo, conoscenze, abilità e atteggiamenti che aiutano ad affrontare il compito con successo. Ci vogliono abitudini che favoriscono un senso di familiarità e di sicurezza nell’affrontare il compito, che è esplorare le offerte di lavoro e rispondere a quelle potenzialmente interessanti.
Alcuni spunti per costruire abitudini potenzianti:
- crearsi una routine per la giornata: alzati presto, vai a fare una passeggiata, mettiti al computer per un tempo definito dedicato alla ricerca del lavoro, mangia bene, esci di casa!
- Spegni la televisione:
- Consuma elettricità = costa
- Brucia il tempo = risorse da usare altrove sono sprecate
- Prevalentemente informa in modo da stimolare emozioni negative (tg e programmi di intrattenimento) o positive (distrae)
Suggerimento 2. Accresci le tue conoscenze dell’ambito di lavoro in cui vuoi inserirti
Non pensare che un titolo di studio costituisca un punto di arrivo e una garanzia di occupabilità. Piuttosto, dedica tempo ed energie alla tua formazione continua. Può capitare di trovare un annuncio di lavoro cui non possiamo rispondere perché ci rendiamo conto di non possedere le conoscenze necessarie per il ruolo (sapere) o le abilità professionali (sapere fare).
Se ti manca una competenza tecnica indispensabile per il lavoro dei tuoi sogni, allora ingegnati. Come puoi imparare? Ad esempio, la conoscenza delle lingue straniere è spesso un vincolo importante e sottovalutato. Cosa ti impedisce di fruire di uno dei tanti corsi gratuiti, anche online?
Come fare? Ecco alcune domande guida.
Conoscenze:
- Cosa sai già della professione che ti interessa? Conosci le caratteristiche del mercato di riferimento in cui vuoi inserirti?
- Come fai a capire di essere adatta/o al lavoro che stai cercando?
- In cosa consiste il processo di selezione e che devi fare per rispondere in modo efficace?
- Conosci gli strumenti per orientarti nel mondo del lavoro e della formazione? Sai che esistono servizi gratuiti che possono aiutarti nella ricerca del lavoro?
Suggerimento 3. Accresci le tue abilità
Da un lato devi diventare sempre più abile nel cercare il lavoro, in modo da non stressarti eccessivamente, dall’altro devi essere consapevole che le abilità tecniche e trasversali utili per il lavoro dei tuoi sogni vanno sviluppate e poi mantenute.
Circa le abilità utili per la ricerca del lavoro, queste hanno a che fare con le capacità di
- usare la rete per trovare gli annunci
- leggere correttamente gli annunci
- proporsi in modo efficace nel rispetto delle indicazioni degli annunci
- scrivere un buon curriculum vitae e una buona lettera di presentazione
- sapere gestire un colloquio di lavoro
Circa le abilità tecniche e trasversali per il lavoro, queste sono specifiche dell’area professionale e vanno tenute in allenamento.
Tu sai quali sono quelle più rilevanti per l’area professionale di tuo interesse? Guarda questo sito ISFOL
Suggerimento 4: coltiva delle relazioni positive
Nei momenti di difficoltà è facile isolarsi, tralasciare di curare le relazioni personali diverse da quelle familiari. A volte, ci si allontana emotivamente anche da chi ci è più vicino. È un comportamento delicato per i risvolti sulla propria vita, che non è mai solo quella lavorativa.
Avere cura di sé nel rispetto del proprio ambiente è indispensabile a mantenere quell’equilibrio emotivo la cui assenza fa danni. Occorre ricordare che l’esistenza si compone di tanti spicchi, come una ruota di bicicletta, e che per muoversi quella ruota deve girare fluidamente. Tralasciare di curare le relazioni vuol dire girare con una bicicletta la cui ruota è bucata. Si cammina male, o no si cammina affatto.
Le relazioni familiari e di amicizia sono fondamentali per il nostro benessere psicologico e vanno coltivate.
C’è poi un livello diverso di relazionalità, quello professionale, che ha a che fare con il costruire e mantenere nel tempo rapporti positivi che tutte quelle persone che nel tempo incrociamo, con cui collaboriamo per un periodo, che conosciamo ad una conferenza e in altre situazioni formali. Ebbene, questa costruzione di una rete di riferimento, il networking, è essenziale per ampliare le nostre opportunità di occupazione.
Suggerimento 5: Sviluppa consapevolezza e autoregolazione emotiva
L’autoregolazione emotiva ha a che fare con i nostri vissuti interiori, che influenzano fortemente le nostre azioni. L’incapacità di gestire la frustrazione di fronte ad un rifiuto, l’ansia per una risposta che non arriva mai, la rabbia per il mancato raggiungimento di un obiettivo o per il modo maleducato con cui qualcuno ci ha trattato, costituiscono un grande limite personale. Questo limite riguarda, prima di tutto, la possibilità di vivere un’esistenza piena e ragionevolmente serena, nonostante le difficoltà. Possedere autoregolazione emotiva vuol dire:
- sapere riconoscere le proprie emozioni
- trovarne il nome e l’origine
- orientare i comportamenti che da esse sono ispirati
- riconoscere le emozioni altrui.