Pensare criticamente e prendere buone decisioni non è facile, sono abilità cognitive che richiedono una educazione. Le scelte personali e professionali richiedono l’uso di abilità come queste, ma anche altre, che rientrano nelle cosiddette life skills. Spesso si demanda alla scuola il lavoro educativo necessario per rendere i giovani dei buoni decisori.
In questo articolo viene descritto un corso per prendere decisioni sviluppato alla fine degli anni ’80 da un gruppo di ricerca statunitense. Il corso mira a favorire l’apprendimento della cosiddetta modalità «vigile» di scelta negli adolescenti.
Rifacendosi alla teoria del conflitto decisionale, Leon Mann e i suoi collaboratori hanno creato GOFER sulla base degli studi sull’evoluzione della competenza decisionale (Mann, Harmoni, & Power, 1989).
Lo sviluppo della competenza decisionale
Una serie di ricerche è stata realizzata allo scopo di osservare lo sviluppo della competenza decisionale attraverso l’intensità della presenza di nove indicatori:
- volontà di effettuare la scelta
- comprensione della decisione come processo cognitivo
- capacità creativa di risoluzione di problemi
- capacità di fare compromessi
- abilità di pensare alle conseguenze possibili
- decidere correttamente
- stabilire la credibilità delle informazioni
- coerenza personale nelle scelte
- impegnarsi.
Da queste ricerche risulta che intorno ai quindici anni i ragazzi possiedono le potenzialità cognitive e motivazionali per una buona decisione. Tali abilità possono quindi essere educate attraverso un corso e GOFER nasce per soddisfare il bisogno di educare alle scelte.
Cosa è GOFER
Il corso è costruito per le scuole superiori e organizzato in circa 40 o 50 ore che dovrebbero essere distribuite nel corso di uno o due anni.
Gli obiettivi di GOFER non sono limitati all’insegnamento delle regole per una buona decisione, ma si estendono all’insegnamento delle modalità errate di scelta per favorirne il riconoscimento e la correzione.
Perché il nome GOFER?
Esso deriva dalle iniziali delle parole chiave che caratterizzano ogni fase del processo decisionale e ognuno dei sette criteri per l’elaborazione vigile delle informazioni:
- “G” sta per scopo (Goal) e si riferisce alla fase iniziale in cui si devono chiarire gli obiettivi della scelta.
- “O” sta per opzione e simbolizza il momento in cui si identificano le alternative rilevanti.
- “F” si riferisce ai fatti, cioè alle informazioni che devono essere cercate e considerate al fine di realizzare una buona decisione.
- “E” sta per effetti, cioè le conseguenze delle alternative che vanno previste e immaginate.
- Infine la “R” sta per revisione che precede la fase di realizzazione concreta.
Il termine GOFER risponde all’esigenza di trovare una sigla facilmente richiamabile alla memoria in caso di situazione problematica e una terminologia accessibile e interessante per i ragazzi in grado di catturare la loro attenzione.
Contenuti e organizzazione di GOFER
I materiali del corso consistono di due libri: “Principi fondamentali del prendere decisioni ” e “Prendere decisioni in pratica”.
Principi fondamentali del prendere decisioni
Il primo libro contiene tre parti:
- “Che cosa è la presa di decisioni?” affronta questo concetto e come i compiti decisionali cambiano con l’età, la strategia GOFER, come una sequenza di passi da seguire per prendere decisioni buone, e le conseguenze del saltare un passo per la qualità della decisione.
- “Comprendere come le decisioni funzionano” spiega la relazione tra autostima e la presa di decisioni (…) schemi scarsi della scelta (conosciuti come “Goofers”) come “la deriva”, “segui il capo”, “via lo sbirro” e “panico”, e come riconoscere le tendenze ad usare “Goofers” e cosa farci.
- “Fare funzionare le decisioni per te” discute le tecniche per assistere ogni passo del buon processo decisionale.
Gli studenti imparano come
- riconoscere e definire i problemi decisionali;
- chiarificare gli scopi e i valori implicati nelle scelte più importanti;
- generare alternative;
- controllare l’affidabilità delle informazioni;
- stabilire i rischi;
- paragonare le opzioni e come “fare nascere” le decisioni, inclusi l’annuncio, fare accettare la decisione, l’attuazione, la messa a punto e, se necessario, riparare agli errori.
Prendere decisioni in pratica
Nel secondo libro, i principi della scelta sono applicati a diverse aree di problemi importanti per gli adolescenti. Ci sono cinque parti:
- Decidere nei gruppi,
- Amicizie e scelte,
- Scelta della materia scolastica,
- Soldi! Soldi! e
- Oltre GOFER.
Ogni lezione del secondo libro che contiene l’applicazione dei principi a problemi specifici di interesse particolare per gli studenti, è organizzata secondo sei elementi:
- un esempio di alcune scelte chiave o di dilemmi legati all’area decisionale su cui si è focalizzati;
- affermazioni sui fatti e le informazioni fondamentali che contestualizzano il problema;
- una selezione di passi GOFER a cui si dà maggiore rilevanza;
- una selezione di altri principi che possono essere inclusi;
- la realizzazione di esercizi;
- la valutazione dell’apprendimento.
Questi sei passi «servono a rinforzare la presa di decisione come un’attività articolata, sistematica e basata sulle conoscenze» e possono essere utilizzati come schema formale per altre lezioni non incluse in origine nel corso (Mann, Harmoni, & Power, 1991).
Altre informazioni
Per ognuno di questi volumi c’è il corrispondente libro per gli studenti.
Il corso completo comprende una sezione per presentare ai ragazzi l’Analisi della Decisione e MAUT (la Tecnica dell’Utilità Multi-Attributiva) come possibili risorse per effettuare una scelta. GOFER, infatti, non dice quale opzione scegliere, ma solo di fare attenzione a come si sceglie e ad evitare errori grossolani nel corso dell’elaborazione dei dati.
Nel manuale degli insegnanti è inserita una sezione per applicare GOFER nelle decisioni scolastiche degli insegnanti stessi.
Uno strumento per decidere: il foglio del bilancio decisionale
Ai fini di promuovere un’elaborazione di informazioni di alta qualità, lo strumento privilegiato all’interno del corso è il foglio del bilancio decisionale (Mann, Harmoni, & Power, 1991).
Esso consiste in uno «schema che comprende gli aspetti sia cognitivi che emozionali della pianificazione umana per l’azione futura» (Janis & Mann, 1977, p. 135). E’ organizzato secondo una griglia contenente otto spazi, ognuno dei quali corrisponde agli effetti possibili derivanti dall’opzione che si sta valutando. Le conseguenze delle alternative si dividono in quattro categorie:
- perdite e i guadagni materiali per se stesso,
- perdite e i guadagni materiali per gli altri,
- perdite e i guadagni morali ed emotivi per sé
- e quelli per gli altri.
Ad esempio, nel caso della scelta del partner in una relazione stabile:
- nella prima categoria si inseriranno gli effetti pratici della decisione su se stessi rispetto a criteri utilitaristici, come il reddito della persona, il prestigio della carriera, la possibilità di mantenere uno stile di vita adeguato ai propri desideri.
- Negli spazi del foglio decisionale dedicati ai guadagni e alle perdite utilitaristiche per gli altri significativi si inseriranno le conseguenze che potrebbe avere la scelta del partner in questione sulle persone importanti, come i genitori o eventuali figli. Per esempio, i genitori si sentirebbero sollevati dall’obbligo di mantenere economicamente il figlio (o la figlia).
- La terza categoria riguarda, invece, un altro tipo di conseguenze, quelle di ordine morale ed emotivo, che hanno effetto su di sé (auto-approvazione o auto-disapprovazione).
Nelle decisioni sono implicati i valori personali, l’ideale dell’io e l’immagine di sé che, indirettamente, le influenzano attraverso il senso di autostima. Tra le conseguenze da considerare ritroviamo, quindi, la sensazione di fierezza o di vergogna, la soddisfazione o il rimpianto anticipati rispetto ai valori di riferimento. Nel caso della scelta del partner ci si chiede come ci si sentirà dopo avere scelto e se la decisione presa non va contro i propri valori e ideali. - Noi non siamo gli unici giudici di noi stessi. Le persone che fanno parte della nostra vita e che sono importanti per noi osservano e sono influenzate in modo più o meno diretto dalle nostre azioni. Per questo, nell’ultima categoria si inseriscono gli aspetti della decisione che riguardano la reazione delle persone significative alla scelta, che riguarderà sia la decisione stessa che la nostra abilità nell’arrivare a decidere. Sapere che i genitori non condividono affatto la scelta della persona da sposare può esercitare un notevole influsso nel trattenere dall’azione definitiva, in previsione del feedback negativo che sicuramente si realizzerà in corrispondenza del passaggio all’azione, oppure può preparare psicologicamente ad affrontare le critiche e i problemi che sicuramente si verificheranno.
Questo strumento viene utilizzato nei percorsi di orientamento e di consulenza psicologica specifica sulle scelte.
Perché GOFER è interessante
Aspetti positivi
- Poiché sono soprattutto le considerazioni non utilitaristiche a influenzare la reazione a quanto si realizza dopo avere scelto, è molto importante chiarirle prima di decidere, così da essere preparati ad affrontare in modo costruttivo le conseguenze. GOFER si focalizza anche su aspetti motivazionali che a volte vengono trascurati rispetto agli aspetti materiali, così come le considerazioni morali ed emotive.
Questo espone al rischio di reazioni poco equilibrate quando si scopre di sentirsi male emotivamente dopo avere deciso.
Prendiamo il caso di Giada che decide di passare la notte con il ragazzo mentendo ai genitori, ai quali comunica che dormirà da un’amica. Se nella lista di conseguenze che riesce ad immaginare, Giada evidenzia soprattutto gli aspetti positivi immediati dell’esperienza, come la soddisfazione per la novità, la convinzione che questa decisione è un passo importante per il rapporto di coppia e per la sua indipendenza psicologica dai genitori, rischierà di trovarsi di fronte ad un forte stress post-decisionale, quando si accorgerà che non si sente a posto con la coscienza per avere mentito ai suoi, che non riesce più a parlare serenamente con la madre con cui ha un ottimo rapporto e che è andata contro alcuni principi in cui crede. - È fondamentale identificare in modo completo gli elementi importanti coinvolti nella decisione, anche quelli che non sono immediatamente evidenti e il foglio del bilancio decisionale ha la valenza positiva di favorire una riflessione sistematica sulle conseguenze. Esso intende prevenire la negligenza nel considerare tutte le conseguenze derivanti dall’azione, promuovendo il ragionamento possibilistico che aiuta nell’evitare comportamenti a rischio.
Esso può essere un utile strumento per esercitare l’abilità di immaginare le conseguenze remote nel tempo e meno probabili, ma non per questo meno importanti nell’influenzare la vita. - Un aspetto positivo che va sottolineato è la costruzione del programma in base ai risultati delle ricerche su come si sviluppa la competenza decisionale e non solo seguendo i principi teorici della teoria decisionale. Secondo queste ricerche già attorno ai quindici anni gli adolescenti possiedono sia le capacità cognitive che motivazionali per apprendere come migliorare la qualità delle loro decisioni e la decisione di applicare i contenuti del corso a questa età è scientificamente fondata.
- L’obiettivo ultimo del corso è di favorire lo sviluppo della modalità più efficace per prendere decisioni, attraverso la conoscenza delle fasi del processo di scelta e degli errori possibili. Attraverso i vari esercizi si accrescono le capacità di riflettere con attenzione e si aumenta la consapevolezza del proprio stile decisionale, così da rendere maggiormente sensibili ad eventuali errori nel corso del processo di elaborazione. Tale intento non si manifesta soltanto nei confronti dei ragazzi ma degli stessi insegnanti, i quali hanno una sezione del loro manuale per applicare i concetti del GOFER alle decisioni didattiche. L’attenzione alla preparazione degli insegnanti è un punto di forza del programma, che presuppone la partecipazione di questi ultimi ad incontri di training.
- Al livello specifico dei contenuti risalta la funzionalità del Foglio del Bilancio Decisionale come strumento privilegiato per riflettere in modo sistematico sulle conseguenze possibili delle proprie azioni e soprattutto sulle reazioni emotive ad esse.
Criticità
- Un possibile punto criticabile nel corso è la focalizzazione sul processo senza fornire possibili regole decisionali per risolvere il problema decisionale. Sembra comunque positiva l’educazione fondata sull’enfasi del processo della scelta e non sui risultati, che promuove la sistematicità della riflessione e la chiarezza del pensiero.
- Purtroppo, non esiste in italiano!
Bibliografia
JANIS, I. L., & MANN, L. (1977). Decision making: a psychological analysis of conflict, choice and commitment. New York: The Free Press.
MANN, L. (1967). The effects of emotional role playing on smoking attitudes and behavior. Journal of Experimental Social Psychology, 3, 334-348.
MANN, L. (1989). Becoming a better decision maker. Australian Psychologist, 24(2), 141-155.
MANN, L. (1992). Stress, affect and risk taking. In J. F. YATES (Ed.), Risk-taking behavior. (pp. 201-229). Chichester, NJ: Wiley.
MANN, L., HARMONI, R. V., & POWER, C. N. (1989). Adolescent decision making: the development of competence. Journal of Adolescence, in stampa,
MANN, L., HARMONI, R., & POWER, C. R. (1988). GOFER: basic principles of decision making. Wooden, ACT: Curriculum Development Center.
MANN, L., HARMONI, R., & POWER, C. (1991). The GOFER course in decision making. In J. BARON, & R. V. BROWN (Eds.), Teaching decision making to adolescents. (pp. 61-78). Hillsdale, NJ: Erlbaum.
Estratto dalla tesi di laurea
Matini. C. (1995). Prendere decisioni e l’assunzione dei rischi nell’adolescenza. Modelli teorici e prospettive educative.