Questa riflessione è nata dall’esperienza come formatrice sul Cooperative Learning condotta come appartenente al gruppo Scintille.it, con cui dal 2001 svolgo l’aggiornamento di docenti in tutta Italia e si articola in due post. Questo è il primo, leggi anche Il ruolo delle aspettative nei corsi di aggiornamento docenti
L’impatto incerto dell’aggiornamento docenti
Nello scenario di una scuola che quotidianamente accetta le sfide della complessità sociale, valoriale, organizzativa, l’aggiornamento professionale assume una importante funzione di volano per la crescita professionale del personale docente e per lo sviluppo organizzativo dell’istituto scolastico di riferimento. Eppure, tale impatto non è chiaramente individuabile né prevedibile.
Le reazioni individuali ed organizzative di fronte alla medesima tipologia di aggiornamento docenti possono essere molto diverse. In una zona geografica o un istituto scolastico il corso di formazione porta ad effetti positivi, quali
- Avvio dell’utilizzo delle metodologie didattiche attive in classe
- Ulteriori richieste formative
- Esigenza di affiancamento e supervisione con il coinvolgimento attivo di gruppi di docenti per l’utilizzo della metodologia con gli studenti (Teacher coaching)
- Creazione di piccole comunità di pratica professionale tra insegnanti di ruolo e neoassunti.
In altri luoghi, la medesima formazione finisce come acqua nel deserto.
I numeri della nostra attività formativa come gruppo sono abbastanza alti: dal 2001 ad oggi sono oltre 456 i corsi svolti. Siamo certe del nostro impatto positivo nell’immediato, i nostri corsi hanno delle percentuali di gradimento molto alte, mentre siamo altrettanto consapevoli di come l’impatto nel medio e lungo termine non sia affatto scontato.
Cosa ci vuole per rendere davvero efficace un aggiornamento docenti? Questo post e il successivo sono un tentativo di trovare ipotesi di risposta a questa domanda.
Poiché la mission di Scintille.it riguarda la diffusione di metodologie didattiche attive e partecipative per lo sviluppo di una società aperta, accogliente e caratterizzata da giustizia sociale, in cui ciascuno ha il suo spazio di crescita, ho orientato la mia riflessione sui corsi svolti specificamente sul Cooperative Learning. Ciò non toglie che probabilmente alcune considerazioni siano utili a prescindere dal contenuto della formazione offerta.
Il cooperative learning
Il Cooperative Learning è un approccio didattico che considera il lavoro in piccoli gruppi di studenti come catalizzatore del miglioramento individuale su variabili quali il rendimento scolastico, le abilità cognitive e sociali, l’autostima (Johnson e Holubec, 1996; Kagan, 2000; Sharan e Sharan, 1998; Cohen, 1999).
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Il modello di formazione agli insegnanti sul Cooperative Learning cui faccio riferimento è basato sull’obiettivo prioritario di fornire strumenti operativi che consentano di agire in modo efficace in classe. Ciò che è al centro del percorso formativo è il miglioramento delle conoscenze e dell’agire didattico.
Con la formazione sul cooperative learning si insegnano in modo mirato conoscenze, comportamenti, atteggiamenti individuali, al fine di favorire l’acquisizione di strategie funzionali alla gestione degli allievi, sia per quanto concerne lo studio dei contenuti disciplinari sia per il miglioramento delle dinamiche relazionali. Insegnare il cooperative learning favorisce l’apprendimento della metodologia didattica attiva, ma anche un’esperienza interpersonale che attiva riflessioni tra pari (gli insegnanti) e successive esperienze di condivisione organizzativa che per un corso di aggiornamento docenti sono preziose.
Quali possono essere le conseguenze a breve, medio e lungo termine di un’esperienza di formazione cooperativa? Perché alcuni percorsi formativi conducono all’attivazione di ulteriori esperienze formative e alla creazione di comunità di apprendimento mentre altrove gli stessi percorsi non trovano continuità?
Il modello dei livelli di pensiero di Robert Dilts e la PNL (Programmazione Neuro Linguistica)
Un riferimento teorico che può aiutarci a comprendere l’impatto del cooperative learning è il modello dei livelli logici di Robert Dilts.
Inizialmente formulato dall’antropologo Gregory Bateson nell’ambito delle scienze comportamentali, per spiegare il funzionamento di un sistema, il concetto è stato ripreso ed adattato da Robert Dilts, uno dei massimi esponenti della PNL (Programmazione Neuro Linguistica), riferendolo al modo in cui avviene il cambiamento all’interno di un gruppo o di un individuo.
Il lavoro di Dilts sul cambiamento di comportamenti, strategie, convinzioni lo ha portato a comprendere l’esistenza di una gerarchia (dal greco Hieros – potente, soprannaturale, sacro – e arche – inizio) anche nell’individuo, i cui livelli salgono fino alla fonte o all’inizio di ciò che è sacro o potente. L’uso della “gerarchia” indica che gli elementi che si trovano in cima “vengono prima”, sono “più importanti” di quelli sotto. Tra i livelli c’è un influenzamento reciproco, molto più potente dall’alto verso il basso.
(credit: ipermind.com)
I livelli proposti sono cinque, oltre ai quali c’è una sorta di “campo relazionale” che va oltre l’identità individuale, denominato “spiritualità”. Partendo dal basso, essi sono:
- Ambiente: è il contesto esterno, fisico e culturale, nonché il momento specifico nel tempo. È dove troviamo i limiti e le risorse ambientali.
Nel percorso di formazione degli insegnanti, l’ambiente fisico è quello della scuola dove lavorano e dove si svolge la loro formazione, il tempo è quello delle ore lavorative, spesso sono quelle pomeridiane del corso, in aggiunta alle ore di lavoro in classe. Ma il tempo è anche il periodo dell’anno, la concomitanza con altri eventi, ecc.
I limiti sono quelli relativi al budget a disposizione delle scuole, agli orari di apertura degli edifici, agli impegni esterni che hanno prodotto assenze e ritardi, alle risorse disponibili (aule, strumentazione, possibilità di fare copie, ecc.). Altrettanto importante è il più ampio ambiente culturale, sociale e politico in cui il gruppo in formazione si trova inserito. - Comportamenti: sono azioni e reazioni fisiche osservabili, prodotte del sistema psicomotorio, gli schemi di lavoro, le routine o abitudini; nel caso del corso di formazione, sono le azioni implementate dai presenti in aula.
- Capacità: sono mappe mentali, piani e strategie cognitive, che implicano la padronanza di intere classi di comportamenti, cioè la conoscenza di come si fa qualcosa. Sono le abilità decisionali, la creatività, le abilità di apprendimento e di memorizzazione, le abilità sociali.
Per i partecipanti ad un corso, le capacità sono quelle già in loro possesso, come l’ascolto, la lettura e ripetizione dei brani, la produzione di testi orali e scritti, la riflessione sull’esperienza, la progettazione didattica. - Convinzioni e valori: una credenza o convinzione è un programma mentale frequentemente espresso ed influenzato dal linguaggio, che stabilisce modelli di comportamento nelle nostre vite. E’ quello che noi crediamo essere giusto o sbagliato.
Un valore è una credenza specifica dotata di una forte carica emozionale, interconnessa con altri valori, che definisce cosa è importante per noi e perché. Tra i valori delle formatrici, il rispetto dei ritmi di apprendimento degli allievi, la cooperazione, la leggerezza e il divertimento come facilitatori dell’apprendimento. - Identità: si riferisce al senso di CHI siamo. La percezione dell’identità organizza le nostre convinzioni, valori e le nostre capacità all’interno di un singolo sistema.
- Spiritualità: l’identità persona si collega alla percezione di noi stessi in rapporto ai sistemi più grandi di cui siamo parte, determinando il nostro senso di “scopo”, “ruolo”, “mission”.
La gerarchia dei livelli logici può costituire un riferimento utile a comprendere il funzionamento di un sistema, sia esso un individuo o un’organizzazione e ad analizzare quanto accade nel corso di una esperienza, anche per coglierne le opportunità ed i limiti.
La piramide di Dilts (PNL) e l’aggiornamento docenti sul Cooperative Learning
È possibile trovare nel modello dei livelli logici riferimenti utili per la comprensione di ciò che viene potenzialmente attivato in un corso di formazione?
A che livello logico agisce Scintille.it con un corso base? Cosa può favorire il successo dell’iniziativa? Con quali vincoli di sistema occorre confrontarsi?
La finalità di un corso base di apprendimento cooperativo, così come progettato dal gruppo di Scintille.it, è di fornire un quadro teorico di riferimento sugli elementi fondamentali dell’apprendimento cooperativo, sui principali autori e modelli, sul ruolo delle abilità sociali, e consentire di effettuare delle progettazioni semplici di attività cooperative.
Il percorso è strutturato agendo prioritariamente sui livelli logici dell’ambiente, dei comportamenti e delle capacità:
- AMBIENTE: l’apprendimento cooperativo implica una ristrutturazione ambientale costante che viene direttamente sperimentata dagli allievi nelle ore di corso. Momenti di lezione frontale vengono integrati con attività di gruppo, sia in coppia sia in 4, richiedendo agli allievi un adattamento attivo all’ambiente fisico, che cambia sulla base degli obiettivi formativi. Chi partecipa ai nostri corsi sa che non si rimane seduti troppo a lungo nello stesso posto…
Il tempo è una variabile che incide sull’impegno nel lavoro: gli incontri di formazione, organizzati per moduli di 3,5 ore, richiedono il rispetto di tempi che non lasciano spazio alle distrazioni. I compiti dei gruppi sono sempre tali da richiedere un uso efficiente del tempo a disposizione: non sono mai tali da potere essere risolti da soli nel tempo a disposizione.
La pressione del tempo da un lato e la strutturazione consapevole degli spazi di lavoro dall’altro costituiscono quindi strumenti per la stimolazione di comportamenti cooperativi.
Quello che accade fuori dall’aula di formazione costituisce un vincolo ambientale la cui influenza rimane presente ma implicita. Molta importanza viene data al “portare con la testa ed il cuore” gli allievi dentro l’esperienza cooperativa, in modo da sperimentarla appieno. E le strutture cooperative possiedono un enorme potere in questo senso. - COMPORTAMENTI: oltre ai comportamenti di ascolto passivo nei momenti frontali dell’aggiornamento docenti, un corso sul Cooperative Learning richiede la messa in atto di molteplici comportamenti utili per il lavoro di gruppo. L’applicazione di ruoli funzionali allo svolgimento delle attività di studio viene sistematicamente promossa, i comportamenti sociali e prosociali vengono insegnati esplicitamente mediante strumenti quali la T-Chart e le simulazioni. Le strutture cooperative, cioè le tecniche di organizzazione del lavoro di studio, utilizzate per lo studio di contenuti condizionano il tipo di comportamento attivato dai singoli, mediante la strutturazione dell’interdipendenza positiva e dell’interazione promozionale faccia a faccia. Tutto ciò consente di agire in modo cooperativo modificando il modo tradizionale di stare in aula.
- CAPACITA‘: gli allievi arrivano ai corsi con un bagaglio di capacità legate all’insegnamento che vengono presupposte, mai verificate dal formatore. Di per sé un corso base di CL costruisce un contesto per il consolidamento della capacità di gestire i piccoli gruppi di studio sulla disciplina, il che richiede l’utilizzo di regole diverse dalla classe tradizionale. In più il corso, attraverso la riflessione sulle esperienze fatte in gruppi cooperativi, consente di apprendere in modo significativo la metodologia, gli autori principali e le strutture più diffuse. Attraverso informazioni e riferimenti a modelli teorici (costruttivismo sociale, teoria delle intelligenze multiple, dinamica di gruppo), consente di comprendere la “teoria cooperativa”. Tale lavoro, svolto per favorire la costruzione di mappe mentali sulla metodologia didattica, viene poi sostenuto dal lavoro di progettazione delle attività cooperative con cui gli insegnanti applicano quanto appreso alla loro disciplina, progettando piccole attività cooperative per le loro classi. L’obiettivo è promuovere la capacità di costruire contesti di apprendimento cooperativi in rapporto alle specifiche realtà di riferimento.
Aggiornamento docenti come esperienza e riflessione sul campo
Il percorso base sul Cooperative Learning è tuttavia solo un avvio: i corsi di approfondimento, se seguiti da una pratica della persona nel proprio contesto di riferimento, portano alla reale costruzione di una competenza per fare Cooperative Learning con i propri allievi.
Da una serie di indicatori possiamo dedurre quanto la singola persona possa concretamente sperimentare un cambiamento:
- le osservazioni informali condotte durante la formazione
- i commenti delle persone coinvolte
- i risultati dei gruppi di studio
- la qualità del modo di stare fisicamente in aula
- i racconti fatti dagli insegnanti stessi.
D’altra parte, guardarsi in volto mentre si parla, ascoltare senza interrompere il vicino, prendere appunti per riportare con accuratezza quanto ascoltato, sono comportamenti “facili” teoricamente, spesso “predicati” come insegnanti ai propri allievi, ma poco praticati nella consuetudine lavorativa.
Essere indotti dalla struttura fisica della classe e dall’organizzazione del lavoro di gruppo a esercitare con costanza tali comportamenti crea l’opportunità di scoprirne la funzionalità nella pratica oltre che in teoria. Fare consente di imparare, soprattutto quando c’è uno spazio di riflessione sull’azione.
Diversi insegnanti hanno ringraziato dell’opportunità di avere scoperto nel gruppo colleghi che incontravano da anni ma che non conoscevano realmente, cogliendo l’occasione per attivare relazioni personali maggiormente significative.
Pur non agendo in modo mirato per la creazione di una rete significativa di relazioni sociali, la formazione in Cooperative Learning ne favorisce la nascita o il consolidamento.
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Il ruolo delle aspettative nei corsi di aggiornamento docenti
Bibliografia
E. Cohen . Organizzare i gruppi cooperativi. Erickson Trento 1999
R. Dilts, Il manuale del coach, NLP Italy, Urgnano (BG), 2003.
R. Dilts, I livelli di pensiero, NLP Italy, Urgnano (BG), 2003.
R. Dilts, T. Hallbom e S. Smith, Convinzioni. Forme di pensiero che plasmano la nostra esistenza. Astrolabio, Roma, 1998.
D. Johnson, R. Johnson e E. Holubec Apprendimento cooperativo in classe. Erickson Trento 1996
S. Kagan. Apprendimento cooperativo. L’approccio strutturale. Edizioni Lavoro Roma 2000
Y. Sharan e S. Sharan Gli alunni fanno ricerca. L’apprendimento in gruppi cooperativi. Erickson Trento 1998
Ripreso e modificato dall’articolo Formazione docenti sul Cooperative Learning. Riflessioni sull’efficacia con la PNL pubblicato sul sito di Scintille.it nel giugno 2015